Rassegna stampa – Francia

1975 ASPECT DE LA FRANCE DEL 24 APRILE (ritaglio). L’ART. FIGLIOLI chez Ror VOLMAR Figlioli ritorna alla galleria Ror Volmar dove espose nell’ottobre del 1973. Di lei e la sua arte Renè Huyghe scriveva in precedenza: “Figlioli sa maneggiare la potenza delle immagini. (…) all’opposto dell’arte ortogonale di Mondrian, (ella) ha esaltato il ritmo vivente ed imprevisto del sinuoso.” Più che mai ella lo esalta mescolando intimamente il colore alla forma, principalmente dal movimento creato con un solo tratto, la maggior parte del tempo, un solo getto d’inchiostro di china, questo inchiostro che non perdona, rifiuta i rimorsi e non si compie che nella perfezione del gesto. Si ritrovano, certamente, i fiori e le vele care a Figlioli che le permettono di sviluppare una grazia aerea e sovrana, ma le sue ultime opere testimoniano una evoluzione in profondità assai sorprendente che è data dal corto lasso di tempo che separa, dal suo pubblico, le due esposizioni parigine di questa artista internazionale. Il colore è lavorato, sensibile e profondo. Ella parla al cuore, ma non lascia lo spirito insensibile, animato dalle linee ondulate e sinuose, che sottintendono tutte le opere della Figlioli. Il colore impiegato con un spessore ragionato, dona loro una profondità che si allinea stranamente con la leggerezza delle curve che ritmano e dominano costantemente. È molto bello, molto profondo, molto elaborato…dietro una apparente libertà di espressione che è il segno di un lavoro a lungo maturato. Pierre MASTEAU
1975 NOUVELLES LITTERAIRES del 28 APRILE-4 MAGGIO  articolo di ROBERT VRINAT (ritaglio)
1975 NOUVELLES-LITTERAIRES del 21 27 APRILE (ritaglio)
1975  CARREFOUR del 24 APRILE articolo di L. SCHOULER (ritaglio)
1975 Quotidiano sconosciuto. A la galerie Volmar FIGLIOLI, PITTRICE DEL MOVIMENTO E DELL’ECCESSO “Figlioli sa maneggiare le potenze delle immagini e, all’opposto dell’arte ortogonale di Mondrian, ha esaltato il ritmo vivente imprevisto del sinuoso”. Questa è una delle definizioni che Renè Huyghe, accademico e professore della cattedra di psicologia delle arti plastiche al collegio di Francia, celebra nel suo volume “Formes et forces” la plastica sinuosa delle opere di questa artista pittrice italiana. Figlioli è la pittrice del movimento e della velocità. Inchiostri, oli, guazzi che prendono di volta in volta uno stile diverso sempre avvolti da grazia e leggerezza. Fiori, uccelli e vele sono avvolti unicamente dal loro contorno. Figlioli sposa la loro forma in un movimento rotatorio ed ellissoidale ripetuto molte volte. L’artista trasforma ogni forma, ogni contorno nella trasparenza. E, in uno spazio intersiderale, alla velocità della luce, i fiori diventano tentacoli, gli uccelli girini e l’universo incommensurabile si fonde in uno spazio macrobiotico dove i miliardi si misurano in micron. Figlioli, con tutta la sua sensibilità femminile, aderisce ad una pittura formale, molto stilizzata e io direi anche, simbolica. Le volute concretizzano con la loro grazia e sensualità le nozioni di vuoto, di velocità e di universalità. Gli inchiostri, di tessitura molto raffinata, offrono delle curve fini e avviluppanti. Esse rispettano ammirabilmente il tracciato di una corolla o lo sbilanciamento ondulante di una vela di battello. Il gioco armonioso dei colori dà agli oli tutta la loro potenza. Figlioli è una pittrice lirica ma rigorosa dove la libertà gestuale non esclude il rigore matematico. È una pittura di rottura che non si ferma né nel tempo, né nello spazio. È una pittura di fantascienza dove l’assoluto prende il passo verso la realtà e dove la relatività di Einstein trova il giusto significato. M.B.
1975 Quotidiano sconosciuto. Da Ror-Volmar, Figlioli e i suoi approcci alla vita Una quindicina di opere, sono le originale pitture di Figlioli esposte presso Ror-Volmar. È la seconda volta che gli abitanti di Vichy e i cultori possono guardare le creazioni così personali di questa artista. Più che le forme sono le forze che sollecitano le sue opere, ella si attacca al movimento che è vita. Renè Huyghe ha potuto scrivere “che ella ha esaltato il ritmo vivente ed imprevisto del sinuoso”. In effetti, sul largo spazio bianco della tela o della carta un solo tratto abbaglia, ondula, si contorce, si srotola, si snoda e si disfa ed è il movimento di protezione di una madre che si proietta sotto i nostri occhi o il volo di un insetto o la fioritura di un fiore. Tutto è in curve, volute, spirali o ondulazioni. A queste operazioni abituali, si aggiungono quest’anno delle composizioni di un genere differente oltre che molto personali. All’opposto, sia che ella impieghi la tecnica dell’olio su tela o dell’inchiostro il piano è completamente ricoperto, un poco alla maniera dei tappeti orientali e allora un tachismo sfumato, evoca gli straordinari disegni di ….( jasper ou des ecorces). Una, semplicemente intitolata “Superficie”, offre tutta come un bel marmo delle vene progressivamente ramificate, dei vapori, delle essenze, delle ondulazioni translucide, delle aurore boreali, delle brume evanescenti. Ma se ci si riflette attentamente, è sempre il movimento, ma questa volta, sorpreso e bloccato in delle effervescenze e le turgescenze mai ghiacciate nelle gemme. Un’altra ricorda senza dubbio un taglio di tessuto vegetale visto al microscopio con il groviglio delle sue cellule e le sezioni innumerevoli dei suoi vasi e inoltre, è la vita nella sua intimità complessa e sottile. Quale che sia il suo svolgersi, Figlioli crea delle opere che sollecitano l’immaginazione, l’arricchimento ed il ricordo; non è questo proprio il ruolo stesso dell’opera d’arte? Line DEBORDES
1975 NOUVELLE LITTERAIN (ritaglio) Articolo di ROBERT VRINAT
1975 LES NOUVELLES LITTERAIRES del 28 APRILE • FIGLIOLI È sempre con un vero piacere che si rivedono le opere di questa grande pittrice. Il suo grafismo potente come un gioco di colori di una rara finezza. I suoi quadri sono allo stesso tempo di una bellezza intrinseca nella purezza del disegno sia evocatrici nel loro dinamismo. “Figlioli sa maneggiare le potenze delle immagini” scrive M. Renè HUYGHE, dell’accademia francese, nella sua seconda proposta sulla pittura “ Le Forze”. I suoi inchiostri di china hanno, attraverso la loro disposizione sfumata, debole o forte, una grande attrattiva. Il loro movimento, il loro ritmo, la loro libertà, fragilmente sospesa, che culmina alle volte in un grafismo vivo e di qualità. Il soggetto è costituito, spesso, da un tratto spontaneo rimarchevole: figure umane, fiori, conchiglie che prendono a volte delle forme pure. Una trentina di opere sono, una volta di più, hanno consacrato un grande talento latino, che apporta molto all’arte contemporanea. Mostra da non mancare presso Ror Volmar.
1975 LES NOUVELLES LITTERAIRES Del 21 Aprile  • FIGLIOLI L’inaugurazione delle opere di J. Figlioli ha avuto luogo il 18 Aprile con una grandissima affluenza. Si sa che M. Renè HUYGHE, dell’accademia Francese ha segnalato e commentato, nelle opere dell’artista “il ritmo vivente e imprevisto del sinuoso” ( galleria Ror Volmar)
1973 LES NOUVELLES LITTERARIS del 29 Ottobre (ritaglio) FIGLIOLI A PARIS Per la sua riapertura la galleria Ror Volmar-Miromesnil ha fatto una scelta notevole. In effetti, si tratta di Josephine Figlioli che presentava le opere recenti, che sono destinate, dopo molti inviti, a partire per la Svizzera e per l’America. Si conosce l’opinione di M. Renè Huyghe sull’artista, su questa “potenza dell’immagine” che ha descritto così bene sia in una sua opera recente che nel corso di varie conferenze. La maestria dei ritmi di Figlioli e la sua esposizione ufficiale a Copenaghen, hanno sedotto i danesi. Allo stesso modo, nel primo salone di opere su carta di Villeneuve-la-Garonne, una location di rilievo le è stato accordato per le cinque opere esposte. Ci si augura che essa non resti troppo a lungo lontana da Parigi e noi contiamo su Ror Volmar perché questo avvenga. Un comunicato di R. VRINAT
1973 LES NOUVELLES LITTERAIRES del 20 26 settembre (ritaglio) BIARRITZ J.FIGLIOLI che, secondo Rene Huyghe, “sa maneggiare le potenze dell’immagine” espone alla galleria Vollombreuse una serie di tele e di disegni di un grafismo molto ritmato che manifesta presso questa artista di primo piano un rinnovamento dell’arte moderna e una ricerca di forme nuove con un predominanza della curva e della spirale. C.M.
L’AMATEUR D’ART del 18 OTTOBRE 1973 JOSEPHINE FIGLIOLI (ritaglio) Per inaugurare la sua nuova galleria, Ror Volmar ha dato fiducia a Josephine Figlioli e ha avuto ragione. Questa artista traboccante di energia e di immaginazione, maestra nell’uso perfetto del pennello. Gli arabeschi rotolano, le spirali si attorcigliano, le volute si svolgono con una grazia che colpisce, una semplicità misteriosa, una armonia affascinante… Lo sguardo si sofferma così sulla purezza dei ritmi, sull’unità del movimento, sulla leggerezza delle linee…l’opera esce dal contesto per penetrare nel fondo di noi stessi. Nulla manca alla Figlioli per abbagliarci: neanche l’umorismo che essa manovra con sapienza all’interno del suo schema “Domanda di matrimonio”.
1973 LA TRIBUNE del 9 AGOSTO  CHEZ ROR VOLMAR NE PAS MANQUER L’EXPOSITION DE FIGLIOLI NON MANCARE L’ESPOSIZIONE DELLA FIGLIOLI (ritaglio) Fino al 16 agosto voi potrete vedere presso la galleria Ror Volmar una esposizione di opere della Figlioli. Lei ci raggiunge da Roma e le sue esposizioni a Copenaghen e più recentemente a Biarritz, l’hanno rivelata al pubblico, essendo essa già conosciuta dal mondo della pittura e da tutti coloro che si interessano nel campo delle arti, poiché le sue opere sono state scelte da Renè Huyghe nel suo libro “ Formes et Forces”, per illustrare gustamente queste due aspetti della pittura: le forze. Certi pittori scelgono le forme, cioè a dire, i volumi, le masse che fissano in un istante statico, altri, è il caso della Figlioli, non si attaccano che alle “forze” e ai movimenti dei suoi soggetti. In queste opere, non ci sono dunque delle forme, ma solamente dei movimenti tradotti da un grafismo sicuro, giusto, preciso. Questo grafismo che, a lui solo, restituisce con il gesto, il movimento, l’attitudine. Tutto il soggetto è costituito, più soventemente, da un solo tratto straordinario di verità nella sua spontaneità. È con dei mezzi diversi che l’artista filma lo sviluppo di un gesto o di qualsiasi altro dinamismo: alle volte, ella impiega gli inchiostri di china (nero o colorati), alle volte ella preferisce una pittura ad olio, ma lei si esprime sempre con una estrema sobrietà di colori: due toni o una semplice gradazione di bruni, di grigi o di neri poiché nulla deve distogliere l’occhio da questo tratto curvo o sinuoso che distribuisce un gesto umano o sviluppa un ragionamento (come quello delle onde musicali, nell’opera intitolata: “Musica d’archetto”). Queste opere sono nello stesso tempo di una bellezza intrinseca nella purezza del loro grafismo e intensamente evocatrici della vita, attraverso la potenza del loro dinamismo. LINE DEBORDES
1973 ritaglio de LA MONTAGNE del 10 AGOSTO 1973
1973 Quotidiano sconosciuto
1973 L’ECHO DE LA FINANCE del Martedi 16 ottobre  La vie artistique La via artistica FIGLIOLI È una signora italiana, affascinante e che dipinge con molto talento. È necessario che le corde del suo arco pittorico abbiano della risonanza perché M. Renè Huyghe che non è il primo venuto nel mondo dell’arte e della critica, abbia scritto che “Josephine Figlioli sa maneggiare le potenze dell’immagine e, all’opposto dell’arte ortogonale di Mondrian, ella ha esaltato il ritmo vivente e imprevisto del sinuoso. Lei sa maneggiare le potenze dell’immagine”. Le tele che abbiamo potuto vedere presso la galleria Ror Volmar, sia che si tratti del ritratto di una donna, di fiori, d’uccelli, di una maternità, di barche a vela o di equilibrio plastico, hanno permesso di fare o di rifare conoscenza con un’artista che sa utilizzare il tratto unico, un genere di scrittura rapida e spontanea il cui modernismo senza accessi non può mascherare la sensibilità stessa neppure in un’astrazione quasi totale. Ma questa sensibilità si mantiene sempre nei limiti della discrezione e del pudore, la tavolozza, anch’essa senza eccesso, si orna di sfumature diverse che Josephine Figlioli utilizza con finezza. Una quarantina di quadri hanno, una volta di più, consacrato un grande talento latino, cerebrale , certamente, ma che hanno saputo conquistare lo sguardo e lo sanno trattenere. Delle opere lungamente pensate, ben equilibrate e che fuggono dalla pesantezza. Claude de RIVES
1973 CARREFOUR del 11 OTTOBRE  DANS LE GALLERIE DENTRO LA GALLERIA • FIGLIOLI ( Galerie Ror Volmar, 6 rue de Mirimesnil), – Degli arabeschi voluttuosi che percorrono lo spazio con una squisita dolcezza. Un solo tratto di piuma traccia alle volte il soggetto tutto intero ridotto ad un contorno privato di ogni aneddoto superfluo. Figure umane, fiori e frutta, vasi, conchiglie, vele che assumono anche delle forme pure, aeree dove la fantasia dà libero corso ai ritmi della sensibilità. Vicino alla natura dove alle volte si sofferma, il soggetto resta accessibile, ma noi siamo attirati maggiormente dai guazzi colorati molto sobriamente più che dagli oli dove i toni restano volontariamente un poco riservati. Un’opera femminile elegante e spirituale dove l’originalità dello stile si trasforma in bellezza.
1973 ASPECT DE LA FRANCE del 11 OTTOBRE. L’ARTE PITTORI DELL’IMMAGINARIO Presso galleria Ror Volmar, l’artista italiana Figlioli presenta una quarantina di opere, realizzate per la maggior parte ad inchiostro di china e con un sol tratto. E tuttavia, nulla di più vivo di questa arte allo stesso tempo elaborata e spontanea. E’ elaborata nella concezione, l’artista ha pensato a lungo alla sua opera prima di prendere i pennelli, ma spontanea nella realizzazione fatta di un solo gesto. Piace l’immediatezza e la dolcezza di quest’arte che deve la sua supremazia alle linee curve, ondulate e sinuose, rifiutando la disincarnazione estetica che nasce con Mondrian e si completa con Vaserely. Fiori, foglie e vele sottolineano la realizzazione di questa arte sensibile dalla potenza del fascino e dalle evocazioni inattese. PIERRE MASTEU
1970 LES NOUVELLES LITTERAIRES del 18 GIUGNO (ritaglio)
1970 L’ECHO DU SUD OVEST del 5 Luglio (ritaglio)
1969 NOUVELLES LITTEREIRES del 4 settembre (ritaglio) • Figlioli: E’ stimolante ritrovare questa artista che abbiamo già ammirato l’anno scorso presso la galleria Vallombreuse di Biarritz. Le sue ultime opere dove si afferma una energia e una immaginazione senza pause rinnotate sono state particolarmente ammirate. Noi consideriamo questa artista che ha già conosciuto un grandissimo successo, come un’apporto molto importante della pittura italiana attuale.
1969 SUD-OVEST del lunedi 4 Agosto (ritaglio)  peinture Festival Tutti i gusti sembrano essersi dato appuntamento presso la galleria Majestic-Vallombreuse. MULLER ERBACK. …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… S. CARVER. …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… Con Figlioli si prende il volo nel cielo delle fate. L’artista ci racconta mille storie meravigliose. Le sue qualità ci circondano, i suoi colori ci catturano. Si diventa i più felici dei prigionieri nella cellula del sogno dove come nella musica noi “ascoltiamo” la pittura.
1969 BIARRITZ-SOIR del 9 agosto (ritaglio) Alla galleria Majestic-Vallombreuse È una bellissima esposizione quella che ci propone la galleria Majestic-Vallombreuse di Biarritz che è animata da un apporto sempre nuovo, divenendo il vero centro artistico internazionale dei paesi Baschi. S. CARVER …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… ALIX ROSSIGNOL ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………. FIGLIOLI Il grande favore suscitato dall’esposizione delle opere di questa Artista deriva dal fatto che ella ha saputo liberare completamente il soggetto dalla realtà per trasportarlo dalla sua immaginazione, in un’ambiente fatato, creato dalla composizione tutta in dolcezza dove il dritto è escluso, per far posto alla curva, all’arabesco. Le sue pagine di una consistenza fluida o aerea, sono dei ritmi dal valore colorato, i cui toni acquistano un singolare potere di seduzione. La signora Figlioli s’impegna nel volo di un nuovo romanticismo o di un’arte fantastica? Le sue composizioni ci affascinano e favoriscono l’evasione fuori dal tempo e dallo spazio fisico.
1968 LA QUOTIDIENNE del Venerdi 29 Marzo  J. FIGLIOLI In bianco e nero una scrittura lineare e chiara, alle volte, un tratto spesso, con angoli dritti, come Atlan, altre volte, come un balletto. Sempre del ritmo e, nelle pitture ad olio, si apprezza la tecnica dell’invenzione e si constata l’ermetismo che caratterizza la maggior parte delle opere astratte da dove scappa un’orfana intitolata Foglie n°3 del più puro classicismo quasi scolastico. Egli giura non lontano dalle spirali dove dovremmo scoprire Adamo ed Eva. Il tutto è da ritrovarsi. Si scoprirà dentro “ Ritmi” dei tondi, dei punti, un disegno e, tutto riunito ricorda l’ippocampo. “ nel bosco, la notte” è un ricamo di oro su fondo nero. C. de R.
1968 Les Nouvelles Litteraires arte scienza spettacolo del 4 Aprile  Le opere della Figlioli sfuggono alla gravità. Quando riproduce il sistema astratto, si attaccano alla realtà di cui riducono i contorni per dare loro l’idea perfetta, l’essenza. La sua arte delicata trasmette ondate di emozioni.